I primi bandi che ordinavano l’evacuazione della zona apuana apparvero a partire dall’inizio del mese di luglio

Con lo sfondamento a maggio del 1944 della Linea Gustav, gli Alleati fecero un importante passo avanti per la Liberazione dell’Italia. Il 4 giugno venne liberata Roma ed entro pochi giorni le prime città toscane videro l’arrivo degli Alleati, per l’esercito tedesco era giunto il momento di iniziare il ripiegamento sulle fortificazioni della Linea Gotica. In quest’ottica il comando militare germanico operò con una strategia basata su due punti: sfollamento della popolazione dalle città immediatamente a ridosso della linea del fronte e invio di reparti particolarmente addestrati alla lotta antipartigiana per rendere sicure le immediate retrovie della Gotica. I primi bandi che ordinavano l’evacuazione della zona apuana apparvero a partire dall’inizio del mese di luglio <251 dopo che analoghi provvedimenti avevano già colpito le vicine città della Versilia nei mesi precedenti. <252 Cercando di ricostruire una cronologia dei bandi tedeschi, troviamo preziose notizie nel diario redatto da Augusto Ciaranfi, funzionario della banca commerciale italiana di Carrara, che in data 6 luglio annota: “Secondo notizie forniteci da fonti attendibili, il Comando Tedesco si appresterebbe ad imporre l’evacuazione delle popolazioni civili dai comuni di Apuania (Montignoso, Massa e Carrara) e La Spezia, disposizione che tuttavia sarebbe in discussione presso le Autorità locali, anche per le gravi difficoltà che il provvedimento incontrerebbe nell’attuazione, a causa dell’indisponibilità di trasporti sufficienti a trasferire, al nord, circa 200 mila persone.” <253
Il 7 luglio il diario riporta: “Dal questore – ns/F. Cav. Michele Rago – stamane abbiamo appreso che le conversazioni di ieri sera con le Autorità militari tedesche sono valse a far sospendere, per ora, il provvedimento di evacuazione totale dei comuni anzidetti e di limitarlo a talune zone, ubicate a sud della via Aurelia; rimane l’obbligo di allontanamento per tutti gli sfollati, provenienti dalle altre Province, entrati dopo il 30/9/43”. <254
Proprio quello stesso giorno venne affisso il bando di sfollamento parziale per Carrara <255 e analoghi bandi apparvero a Massa, notizia che Ciaranfi annota nel suo diario il giorno 8: “Sul tardi di ieri sera è apparso il manifesto concernente l’evacuazione parziale del comune di Carrara; altri ne sono stati affissi a Massa e Montignoso. […] Poiché contemporaneamente, ancora dal Questore, abbiamo appreso che era pure imminente l’emanazione di un provvedimento di evacuazione totale degli stessi comuni, anzi dell’intera provincia, senza possibilità di sfollamenti nelle campagne e nelle cave a monte degli abitati, d’accordo con gli altri Istituti, stamane abbiamo visitato il Capo della Provincia per essere direttamente aggiornati sulla situazione. Abbiamo appreso che effettivamente è nelle intenzioni del Comando Tedesco di emanare presto simile provvedimento, e per ragioni militari che farebbero considerare la zona di primaria importanza per una rigida difesa, ma tuttora sarebbero in corso conversazioni per ottenere qualche mitigazione, nel senso di consentire alle popolazioni di rifugiarsi nei canali marmiferi che, essendo vie disagevoli e senza uscita, avrebbero scarso interesse militare. […] Nella zona di Avenza e Marina, già quasi interamente evacuate da tempo a causa dei bombardamenti subiti, sono in corso di demolizione vari stabili, per esigenze militari.” <256
Alla comparsa dei primi ordini di evacuazione, la risposta della popolazione fu inizialmente di disperazione, salvo poi tramutarsi in un netto rifiuto che nella città di Carrara si manifestò con la clamorosa protesta delle donne. Sotto l’impulso del CLN e dei Gruppi di Difesa della Donna, decine di donne scesero in piazza, sfidando l’ordine nazista e riuscendo di fatto a far rimandare la partenza, anche se il bando non venne revocato. <257 Così racconta l’episodio Alessandro Brucellaria “Memo”: “A conoscenza dell’avvenuta affissione del manifesto, il CLN e le formazioni partigiane decisero l’immediata mobilitazione, soprattutto delle donne. Incominciò il lavoro capillare quartiere per quartiere, con collegamenti stabiliti dai vari gruppi di difesa della donna, con la distribuzione di volantini e con parole d’ordine che reclamavano la revoca del bando. L’azione vide i primi risultati il giorno seguente, l’8, e ancora di più il 9. Passa il giorno 9, termine fissato dai tedeschi, e la città non viene sfollata. E’ la sfida aperta e netta all’oppressione.[…] L’11 mattina verso le ore 9 ci si avvide che la popolazione aveva risposto in pieno alle parole d’ordine lanciate dai gruppi di difesa della donna e del movimento partigiano. I gappisti e altre formazioni partigiane dovevano sostenere l’azione tenendosi pronti a intervenire in caso di necessità.[…] Al gruppo di Piazza Alberica si unisce un altro stuolo di donne che buttano a catafascio il mercato e gridano le parole d’ordine contro lo sfollamento, per la fine della guerra, per la libertà.[…] Ci si muove in corteo, da altre strade arrivano altre donne e molte sono giovanissime.” <258
La protesta culminerà con il corteo sotto la sede del comando tedesco in via Garibaldi e con i militi fascisti e tedeschi in assetto di guerra con le armi minacciosamente puntate sulla folla. Da Massa arrivò il capo della provincia Buttini che si recò a conferire con il comandante tedesco, Tenente Többens. Alcune donne furono arrestate e rilasciate dopo diverse ore. Analoga manifestazione si tenne anche a Massa, come riportato dalla relazione sull’attività del partito comunista datata 14 luglio, non firmata, ma probabilmente redatta da “Emilio”, responsabile della federazione apuana: “Questi dieci giorni che intercorrono dall’ultima relazione, sono stati caratterizzati da un grande lavoro per l’agitazione della massa, tanto a Carrara che a Massa. In questo frattempo sono stati lanciati quattro manifestini: uno la denuncia di due ingegneri che aiutavano il lavoro per lo smontaggio del macchinario, per l’inoltro in Germania – un secondo per i contadini, incitandoli ad opporsi con ogni mezzo alla requisizione del raccolto – il terzo <259 riguardava l’opposizione di tutta la popolazione allo sfollamento – e l’ultimo fatto dalle donne affinché tutta la popolazione protesti per la mancata distribuzione dei generi razionati. La questione dello sfollamento è quella che più ci ha permesso di agitare la massa, tanto a Carrara come a Massa. In quest’ultima città dopo l’affissione del manifesto le donne si dettero convegno alla sera nel centro della città, e circa 400 donne fecero una dimostrazione contro lo sfollamento. Alle dimostranti parlò un elemento legato alla Prefettura, informando che il Prefetto mai avrebbe firmato l’ordine di sfollamento e che per il momento detto ordine era stato aggiornato.” <260
La protesta a Massa sembra nascere in modo spontaneo senza un’effettiva preparazione politica, e si concluse in tempi molto rapidi.
L’esempio dato da questa prima dimostrazione fornì lo spunto per quelle dei giorni seguenti a Carrara, come relaziona “Emilio”: “Mentre Massa era in dimostrazione a Carrara si stava effettuando il lancio del manifestino, preparandoci altresì per un’eventuale dimostrazione […] Il lunedì d’accordo con i Gr. di D. D. si decise di indire una dimostrazione per la mattina seguente. Il Partito tutto e le Organizzazioni di massa fecero tutto il possibile per mobilitare tutte le donne, il terreno era facile perché già preparato per l’esempio avuto da Massa. Ciò nonostante bisogna riconoscere che i nostri Gr. di D. D. hanno avuto costanza e perseveranza nella lotta fintanto che la dimostrazione non aveva preso il corso che esse desideravano. Fiancheggiavano la dimostrazione stessa Compagni appartenenti alla squadra d’Azione.” <261
In modo autonomo uomini del PC e partigiani delle SAP di Carrara, in accordo con il CLN comunale, si inserirono nella manifestazione indirizzandola e guidandola attraverso il lavoro delle militanti dei GDD, forzando la mano alle posizioni del CPLN, come viene affermato nel proseguo della relazione: “In merito allo sfollamento la posizione del CLN è stata quella dei più degni opportunismi. Quel giorno, mentre le donne dimostravano, erano riuniti due comitati a Massa, essi decisero di opporsi allo sfollamento, ma però la proposta di lanciare i manifestini fu scartata per non urtare le Autorità. Già noi lo stavamo stampando mentre essi erano riuniti e al mattino lo lanciammo senza il loro consenso.” <262
[NOTE]
251 In realtà slegato dalla contingenza dell’avvicinarsi del fronte era apparso assai precocemente, il 17 ottobre 1943, un’ordinanza a firma del Prefetto della provincia di Apuania, Ponte che ricordava l’urgenza dell’evacuazione di una parte del territorio del comune di Carrara “Ritenuta l’urgente necessità di procedere allo sgombero del territorio del Comune di Apuania compreso fra il mare, la ferrovia marmifera, Castellaro, Fossone (compresi) ed i confini della Provincia vero La Spezia […] Ordina 1 – tutta la popolazione che risiede nella predetta zona dovrà sgombrare entro il 21 corrente. 2 – I Podestà dei Comuni della Provincia di Apuania potranno ordinare ai possessori delle case di abitazioni esistenti nel territorio del rispettivo Comune di dare alloggio agli sfollati della predetta zona. Contro gli inadempienti verrà proceduto coattivamente” e ribadito alcuni giorni più tardi firmato per il Prefetto, Accatino “Vista la propria ordinanza in data 22 corrente con la quale è stato disposto lo sgombero del territorio compreso tra il mare, la ferrovia marmifera fino alla località Raglio, Fossone Alto, Bassa Grande, Cantinone ed i confini con la Provincia verso La Spezia, ordina che tutti i proprietari o i detentori a qualsiasi titolo di veicoli a traino animale sono tenuti a mettere a disposizione del Comune di Apuania i veicoli stessi per le operazioni e per la durata dello sgombero con cavalli e relativi conducenti.” Entrambi i bandi in AAM busta 60, fascicolo 20. Viene poi citato da F. Pelini nella relazione contenuta negli atti del convegno di studi tenutosi a Carrara nel 2004, un primo bando di sfollamento datato 5 luglio 1944 firmato dal capo della provincia Buttini e relativo alle persone venute a risiedere nel comune di Apuania dopo il 1 ottobre 1943.
252 Già nel mese di aprile era apparso un primo ordine di sfollamento relativo alla zona di Viareggio, successivamente a fine maggio erano state le autorità fasciste a ipotizzare lo spostamento di tutta la popolazione della provincia di Lucca oltre l’Appennino. Sugli ordini di sfollamento in Versilia vedi F. Bertozzi, Attaccarono i fogli. Si doveva sfollà!, Pezzini Editore, Viareggio, 2014.
253 A. Ciaranfi, Diario Banca Commerciale Italiana succursale di Apuania – Carrara 21 giugno 1944 – 22 maggio 1945, Acrobat Media, Carrara, 2005 pag. 26.
254 Ibidem pag. 27.
255 Il testo del bando riportava:“Per il giorno 9 corrente ore 20 dovrà essere evacuata la popolazione abitante in Carrara città e frazioni a mare delle seguenti categorie. 1 – tutta la popolazione ancora residente nel territorio compreso tra la nuova via Aurelia (inclusa) ed il lido del mare; 2 – Tutti coloro che sono venuti da altri comuni a risiedere nel comune di Apuania dal 1 ottobre 1943 incluso in poi ed abitano attualmente in Carrara città […] 3 – Tutti coloro che sono sfollati dalle frazioni di Avenza e Marina di Carrara ed abitano attualmente nel suddetto perimetro della città stessa.[…]” La destinazione per gli sfollati era Sala Baganza in provincia di Parma.
256 Ibidem pag. 28.
257 Sulla manifestazione, o meglio sulle manifestazioni, che si svolsero fra l’8 e l’11 di luglio a Carrara si veda A Piazza delle Erbe, Ceccotti, Massa, 1994, in particolar modo la relazione dal titolo 7 luglio 1944, la rivoluzione delle donne carraresi; e F. Pelini a cura di Le radici della Resistenza. Donne e guerra, donne in guerra, ETS, Pisa, 2005.
258 Testimonianza contenuta nel volume a Piazza delle Erbe cit. pp. 71-72.
259 Il testo di questo volantino dei Gruppi di Difesa della Donna conservato nell’archivio del CPLN a Carrara è stato pubblicato in appendice agli atti del convegno Il Comitato di Liberazione Nazionale di Apuania: L’azione di solidarietà con la popolazione civile, Catelani, Carrara, 1998. “Apuani, è stato decretato dal Comando Tedesco, coadiuvato da un gruppo di traditori fascisti, lo sfollamento di alcune zone della Provincia. Voi sapete cosa vuol dire sfollare! Sfollare vuol dire abbandonare le vostre cose, i vostri beni e peregrinare per il mondo privi di tutto perché non vi sarà permesso di portare con voi nemmeno lo stretto necessario. Gli uomini saranno divisi dalle donne e dai fanciulli e deportati in Germania. In molte altre città si è tentato di far sfollare tutta la popolazione, ma questa si è opposta decisamente, inducendo i nazi-fascisti a revocare l’ordine. Apuani che avete ricevuto l’ordine di sfollamento non lasciate le vostre abitazioni, ma opponetevi con tutti i mezzi allo sfollamento. Sarete fiancheggiati nella lotta da tutta la popolazione della Provincia, perché essa è sicura che la stessa sorte poi, gli sarà riservata. Apuani non sfollate! Contate sulle vostre forze e ribellatevi tutti uniti. Il CLN. Gr. Di Difesa della Donna. Fronte della Gioventù.”
260 AAM busta 46, fascicolo 7.
261 Ibidem pag. 2.
262 Ibidem pag. 8.
Marco Rossi, Il Gruppo Patrioti Apuani attraverso le carte dell’archivio ANPI di Massa. Giugno-Dicembre 1944, Tesi di laurea, Università degli Studi di Pisa, 2016

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Pensionato di Bordighera (IM)
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