De Gasperi si recò a Washington con lo scopo di modificare l’andamento decrescente dei rapporti con gli Stati Uniti

Con l’approssimarsi delle elezioni del 1951, presso il Dipartimento di Stato era ampiamente diffusa la certezza che il Pci e la Cgil stessero attraversando un periodo di forte difficoltà organizzativa e politica, che nelle fabbriche si stava cristallizzando in una progressiva incapacità di convogliare le masse e in una perdita di consensi <450. Secondo l’ambasciatore Dunn, eblematiche di questa crisi erano le dimissioni di Cucchi e Magnani <451. Tali considerazioni relegavano in un secondo piano le preoccupazioni relative al fazionalismo della Dc, che secondo il Dipartimento di Stato indeboliva l’azione anticomunista del governo. Nonostante la generale convinzione che il Pci avrebbe perso voti nella gran parte delle circoscrizioni controllate dai comunisti, con l’approssimarsi della scadenza elettorale si faceva più sentita la necessità di programmare operazioni indirette nella politica interna italiana, con lo scopo di sostenere i partiti democratici e l’allineamento occidentale della penisola <452. Tali iniziative, tra cui rientravano ad esempio la proposta di posporre al periodo post elettorale l’annuncio di misure sfavorevoli all’Italia, oppure quella di programmare l’annuncio di notizie favorevoli in momenti strategici della campagna elettorale, dovevano essere attuate senza che il coinvolgimento degli Stati Uniti venisse alla luce <453. Se le attività degli Stati Uniti fossero emerse, con tutta probabilità i risultati elettorali sarebbero stati influenzati in maniera svantaggiosa per gli interessi americani, in quanto avrebbero alimentato le critiche di brogli elettorali e di subordinazione del governo agli Usa, producendo risultati opposti a quelli auspicati <454. Alle elezioni amministrative, la Dc perse 10 punti percentuali rispetto ai risultati elettorali del 1948. Inoltre, tutti i partiti della coalizione governativa registrarono un brusco calo di consensi in favore delle formazioni di sinistra. Anche se la Dc restava il maggior partito del sistema, i risultati del 1951 avevano dimostrato tutta la forza del Fronte popolare e la sua capacità di controllare città chiave della penisola <455. Questi esiti, che furono confermati anche nella seconda tornata amministrativa del 1952, posero fine alla generale tranquillità con cui negli ultimi mesi gli Stati Uniti avevano guardato il problema comunista italiano. I risultati elettorali lasciavano trasparire che si preparava un periodo difficile per l’esecutivo, soprattutto qualora questo trend elettorale negativo fosse stato confermato dalle elezioni politiche del 1953 <456. Inoltre, la crescita del Pci continuava a rappresentare un motivo di allerta per gli Stati Uniti in quanto rappresentava una minaccia per i piani militari della Nato, per la difesa dell’Europa occidentale e per il raggiungimento degli obiettivi statunitensi in Italia <457. Nonostante il Piano Marshall e le riforme promesse dal governo italiano, il paese restava essenzialmente povero e sottosviluppato, con una grande percentuale di disoccupati e con un malcontento sociale largamente diffuso tra diversi strati della popolazione. Tutte queste condizioni avevano permesso alla coalizione socialcomunista di accrescere i propri consensi. Il Pci, nonostante avesse perso la capacità di controllare in maniera esclusiva il movimento operaio, insieme al Psi di Nenni rimaneva sempre una forza in grado di cooptare un terzo dell’elettorato generale <458. Le elezioni del 1951-52 risultavano preoccupanti anche per la grande crescita dei voti ricevuti dal Msi. Questo fenomeno dimostrava quanto il malcontento nei confronti dei partiti moderati orientasse l’elettorato verso posizioni sempre più estreme, e quanto il ritorno dell’influenza fascista fosse un problema concreto con cui doversi confrontare. I partiti di estrema destra sembravano infatti in grado di rispondere ai problemi sociali ed economici del paese meglio della Dc. Inoltre, fonte di preoccupazione per gli Stati Uniti era il carattere antidemocratico che contraddistingueva il Msi, e le posizioni assunte dal partito in merito alla questione del collocamento internazionale della penisola <459. In questo contesto, gli Stati Uniti cercarono di spiegare la sconfitta della Dc ricorrendo ad argomentazioni quali la generale insoddisfazione degli elettori nei confronti della politica democristiana, l’alto grado di astensionismo rispetto alle elezioni del 1948, e la perdita di quei voti che la Dc aveva ottenuto nel 1948 grazie allo stato di emergenza nazionale creato dalla fine dell’esperienza bellica <460.
Le preoccupazioni degli Stati Uniti trovarono una conferma in un rapporto inviato da Dunn a Washington, in cui l’Ambasciatore si dichiarava vivamente proccupato per la situazione politica italiana: le strategie che il partito comunista aveva messo in campo, attraverso la propaganda ed altri mezzi, avevano infatti fornito una risposta alle paure degli italiani <461. Il partito di governo, invece, diviso da diatribe e accusato di asservimento agli Stati Uniti, aveva perso vigore nei confronti della lotta al comunismo. Queste argomentazioni spinsero il Dipartimento di Stato a constatare che il miglioramento delle condizioni generali di vita non poteva essere sufficiente ad arginare il pericolo comunista <462. Il comunismo era infatti un fenomeno molto più sfaccettato e complesso, che non si spiegava esclusivamente attraverso ragioni di carattere economicistico. Era evidente che, a dispetto dei massicci finanziamenti economici provenienti dagli Stati Uniti, della ricostruzione e dell’aumento del benessere, la situazione politica italiana non solo non era migliorata, ma sembrava sempre più vicino al rischio di un take-over comunista <463. Questa situazione di emergenza era resa ancor più imminente da alcuni sviluppi di carattere internazionale. Sul finire del 1951, infatti, la sicurezza interna degli Stati Uniti appariva molto più a rischio rispetto alle aspettative contenute nella Nsc-68, in cui il raggiungimento del picco massimo di pericolo non era previsto prima del 1954. Le capacità militari e strategiche del Cremlino rendevano il sistema sovietico perfettamente in grado di sostenere un eventuale sforzo bellico contro il mondo occidentale già alla fine del 1951, insomma prima che il blocco atlantico fosse in grado di mobilitare le proprie forze e difendersi <464. Al tempo stesso, gli Stati Uniti e i gli alleati occidentali sembravano non aver sfruttato appieno il loro vantaggio strategico ed economico per migliorare la propria posizione di potere nel mondo, né avevano raggiunto le capacità necessarie per ridurre la forza di Mosca al punto da non costituire una minaccia alla pace e alla stabilità mondiale <465. Pur rimanendo nell’ambito dei principi espressi nella Nsc-68, si fece quindi spazio consapevolezza, da un lato, che fosse necessario rivalutare la strategia americana nei confronti del comunismo <466; dall’altro, che gli Stati Uniti dovessero approntare un programma di intervento specifico per l’Italia e l’Europa che, attraverso l’adozione di strumenti nuovi e più efficaci, fosse in grado di vincere definitivamente il comunismo.
Il 23 settembre De Gasperi si recò a Washington con lo scopo di modificare l’andamento decrescente dei rapporti con gli Stati Uniti e di trovare un accordo sulle questioni irrisolte che generavano tensioni con gli Stati Uniti <467. De Gasperi, Primo ministro e Ministro degli Esteri del governo sorto dopo la crisi del luglio 1951, in un incontro con una delegazione di senatori americani prima, e in un colloquio con l’ambasciatore americano Dunn poi, si era già impegnato a consolidare l’azione anticomunista del nuovo gabinetto e a contrastare l’espansione del Pci e della Cgil. Egli ci teneva tuttavia a rispettare il limite costituito dal fatto che la democrazia italiana fosse come “una pianta giovane e delicata”, e che il governo non potesse andare al di là della costituzione per sopprimere il comunismo senza rischiare la distruzione della democrazia stessa <468. Sul tema del comunismo, ad Ottawa De Gasperi si era anche fatto promotore della creazione di un apposito organo atlantico, lo Joint Committee (Jc), impegnato nel coordinamento della lotta psicologica e delle attività di propaganda contro il comunismo nei paesi aderenti <469. C’erano tuttavia ancora diverse questioni da trattare con l’interlocutore americano. Durante i colloqui di Washington, in particolare, il Primo ministro italiano avrebbe dovuto sollevare: “1) Questioni politiche (situazione internazionale; questioni di diretto interesse italiano; problemi solidarietà europea; azione psicologica contro propaganda totalitaria). 2) Questioni economiche (situazione economica italiana, politica finanziaria ed effetti riarmo; assistenza economica americana; commesse; materie prime). 3) Questioni militari. 4) Problema mano d’opera” <470. Il primo ministro italiano avrebbe dovuto sottolineare che l’Italia non poteva addossarsi l’onere del riarmo, né gli altri imposti dalla sua collocazione internazionale, senza essere adeguatamente sostenuta dagli Stati Uniti. Un’altra delle ragioni del viaggio di De Gasperi consisteva nel fatto che l’Italia si trovava in condizioni incompatibili con la sua posizione di perfetta uguaglianza con gli altri paesi alleati <471. Per gli Stati Uniti, al contrario, era importante discutere la questione del comunismo in Italia e spingere il governo di De Gasperi ad impegnarsi in un’azione più dinamica e propositiva nei confronti del Pci e della Cgil. Gli Usa vedevano inoltre nella visita di De Gasperi l’inizio di una più stretta collaborazione con l’Italia e di una maggiore partecipazione italiana alla cooperazione internazionale. La visita di De Gasperi a Washington produsse dei frutti positivi, come ad esempio la riaffermazione del generale spirito di amicizia e cooperazione che univa i due paesi, e dell’impegno congiunto per la pace e la sicurezza nel mondo <472. De Gasperi riuscì anche ad ottenere l’impegno degli Stati Uniti per la revisione “morale” del trattato di pace, considerato non più “consono” alla situazione di un paese democratico, e quello di favorire l’ammissione dell’Italia all’Onu <473. Sul problema del comunismo, De Gasperi assunse un atteggiamento “dilatorio” finalizzato ad accontentare le richieste americane con promesse generiche, e prendendo tempo rispetto ai tempi e alle modalità di azione. Le questioni irrisolte restarono tali <474. Da parte degli Stati Uniti non vi fu una chiara posizione nei confronti della questione di Trieste. Inoltre, gli Stati Uniti evitarono impegni specifici di tipo finanziario e politico. Si discutessero a lungo questioni legate all’utilizzazione dei fondi statunitensi e alla politica economica dell’Italia, ma mancarono decisioni concrete circa l’ammontare degli aiuti da accordare all’Italia o circa il prestito della Banca internazionale <475. Anche in merito alla questione della sovrappopolazione italiana e al problema della disoccupazione, che De Gasperi si proponeva di diminuire attraverso l’aumento di flussi migratori dall’Italia agli Stati Uniti, non venne raggiunto nessun impegno specifico. Gli Usa preferirono invece adottare una linea di non-commitment, limitandosi a rassicurare l’interlocutore che avrebbero cercato una soluzione alle questioni discusse sul piano della cooperazione internazionale, senza tuttavia svolgere una concreta azione perché l’impegno assunto fosse mantenuto <476.
[NOTE]
450 Frus, 1951, vol. IV, The Ambassador in Italy (Dunn) to the Secretary of State, Rome, 25 gennaio, 1951, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1951v04p1/d247.
451 Frus, 1951, vol. IV, The Ambassador in Italy (Dunn) to the Secretary of State, Rome, 5 febbraio, 1951, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1951v04p1/pg_568.
452 Nara, rg. 59, Memorandum of Conversation by the Director of the Office of Western European Affairs (Byington), secret, Washington, May 10, 1951, 665.001/5-1051.
453 Nara, rg. 59, Telegram, The Ambassador in Italy (Dunn) to the Secretary of State, secret, Rome, April 23, 1951, 765.00/4-23-51.
454 Nara, rg. 59, Telegram, The Ambassador in Italy (Dunn) to the Secretary of State, secret, Rome, May 10, 1951, 765.00/5-1051; Nara, rg. 59, Telegram,The Ambassador in Italy (Dunn) to the Secretary of State, secret, Rome, May 23, 1951, 665.001/5-2351.
455 Frus, Annex E to No. 6, “The National Psychological Program” of NSC 135, Planning Activities of the Psychological Strategy Board thorugh June 30, 1952, 1. Plans Completed and Being Executed, B. Psychological Operations Plan for the Reduction of Communist Power in Italy. (PSBD–15/b), Washington, 1 agosto, 1952, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1950-55Intel/d127.
456 S. Colarizi, Storia politica della Repubblica, cit. p. 59.
457 Cloven and Demagnetize Coordinating Committee, Thursday 8 March 1952, First Report to the Director of the Psychological Strategy Board by C. Norberg, top Secret, in M. E. Guasconi, La Guerra psicologica quale strumento di lotta controilcomunismo in Italia: il Piano “Demagnetize”, 10/11, 1 (1994): pp. 163-183.
458 Nara, rg. 59, Telegram, The Ambassador in Italy (Dunn) to the Embassy in the United Kingdom, confidential, Rome, June 6, 1951, 765.00/6-651.
459 M. Del Pero, L’alleato scomodo, cit. 144.
460 Nara, rg. 59, Telegram, The Ambassador in Italy (Dunn) to the Secretary of State, secret, Rome, June 1, 1951, 765.00/6-151.
461 Frus, 1952-54, vol. VI, The Ambassador in Italy (Dunn) to the Secretary of State, secret, Rome, 21 gennaio, 1952, pp. 1565-1569, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1952-54v06p2/pg_1565. Le divisioni all’interno del partito di cui parla Dunn furono all’origine dell’ennesima crisi di governo causata dalle dimissioni del ministro del Tesoro Pella, nel luglio 1951. DeGasperi assunse il reincarico e formò il suo settimo governo, un bicolore Dc-Pri, non molto diverso dal precedente per incarichi e programma.
462 M. E. Guasconi, La guerra psicologica quale strumento di lotta contro il comunismo in Italia, cit. p. 170.
463 M. Del Pero, L’alleato scomodo, cit. p. 127.
464 Frus, 1951, vol. I, Nsc 114/2, United States Programs for National Security, top secret, Washington, 12ottobre, 1951, pp. 182 e ss, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1951v01/pg_182.
465 Frus, 1951, vol. I, Nsc 114/1,Status and Timing of Current U.S. Programs for National Security, top secret, Washington, 8 agosto, 1951, pp. 127 e ss, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1951v01/pg_127.
466 Frus, 1952-1954, vol. II, Nsc 135/3. Reappraisal of the United States Objectives and Strategy for National Security, top secret, Washington, 25 settembre, 1952, pp. 142 e ss, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1952-54v02p1/pg_142.
467 E. Ortona, Anni d’America,vol. 1, La ricostruzione: 1944-1951, Bologna, Il Mulino, 1984, pp. 409 e ss. Le minute degli incontri che De Gasperi tenne in quei giorni sono contenute in: CFM files, lot M–88, box 159, Conversations with the Italian Prime Minister; Conference files, lot 59D95, CF95; e in: FRUS, 1951, Europe: Political and EconomicDevelopments, Vol. IV, Part. 1, pp. 674 e ss.
468 Frus, 1951, vol. IV, The Ambassador in Italy (Dunn) to the Secretary of State, top secret, Rome, 3 agosto, 1951, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1951v04p1/pg_639; Frus, 1951, vol. IV, Memorandum by the Deputy Assistant Secretary of State for European Affairs (Bonbright) to the Deputy Under Secretary of State (Matthews), secret, Washington, 13 agosto, 1951, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1951v04p1/pg_640; Frus, 1951, vol. IV, The Ambassador in Italy (Dunn) to the Secretary of State, Rome, secret, 26 luglio, 1951, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1951v04p1/pg_633.
469 Lo JC non vide mai la luce a causa della reticenza della Nato a farsene carico. Erano infatti innumerevoli le differenze di carattere culturale e politico tra i diversi Stati con cui lo JC si sarebbe dovuto confrontare. Gli Stati Uniti preferirono invece lasciare il tema della lotta psicologica alla discrezionalità dei vari Stati, attribuendo il compito di gestire queste attività ad accordi bilaterali tra i servizi segreti locali e statunitensi. L. Sebesta, L’Europa indifesa, cit. pp. 115-116; ASMAE, Conversazioni Italo-Statunitensi di Washington, 24-26 settembre 1951, I. Primo incontro ufficiale, Verbale2,Washington, 24 settembre 1951, ore 16,45.
470 ASMAE, L’ambasciatore a Washington, Tarchiani, al Ministro degli Esteri, De Gasperi, T. segreto 10994/951. Washington, 3 settembre 1951, ore 19,17; ASMAE, L’ambasciatore a Washington, Tarchiani, al Ministro degli Esteri, De Gasperi, R. segreto 10632. Washington, 4 ottobre 1951 (perv. il 7).
471 ASMAE, Il Segretario generale agli Esteri, Zoppi, all’Ambasciatore a Washington, Tarchiani, L. 1618 segr. pol. Roma, 1 settembre 1951.
472 Si ebbe ad esempio la firma del pacchetto Pella-Snyder, un accordo integrativo del trattato di amicizia, commercio e navigazione in merito al trattamento degli investimenti nei due paesi. Dichiarazione congiunta del Segretario di Stato Acheson e del Primo Ministro De Gasperi, 26 settembre 1951, in E. Ortona, Anni d’America, 1944-1951, cit. pp. 433-435. Questo spirito di amicizia venne poi riaffermato in dicembre in una lettera di Truman al Congresso in cui affermava: “Italy’s contribution to the common security is in a sense one of the most noteworthy on the continent. For out of the wreckage of fascism has arisen a resolute government determined to play a major part in the struggle for freedom. Having experienced the evil of totalitarianism, Italy has resolved to stand on the side of freedom and to defend that freedom. Its natural resources are few. The social pressures which are the outcome of the poverty and distress of the masses have been intensified by years of totalitarian rule. Nevertheless, and despite the presence of a Communist party that feeds on the poverty of the country,the Italian Government has taken firm steps to preserve its internal security” H. Truman, Letter to Committee Chairmen on the Need for Continuing Aid to the United Kingdom, France, and Italy, Washington, 30 dicembre 1952, Public Papers Harry Truman, n. 358, 1945-1953, disponibile al link: https://www.trumanlibrary.org/publicpapers/index.php?pid=2090&st=&st1=. Dichiarazione congiunta del Segretario di Stato Acheson e del Primo Ministro De Gasperi, 26 settembre 1951, in E. Ortona, Anni d’America, 1944-1951, cit. pp. 433-435.
473 “It is clear that Italy cannot do its full share in this effort (to work together in the effort of the free nations for peace and human advancement) under the existing restrictions of the Italian peace Treaty. As it stands, the Treaty does not give Italy th position of equality among the free nations to which it is entitled. Among other things, the Treaty places unnecessary shackles on Italian efforts for the common defence of the community of free nations. We intend to do everything we can to see that these unfair restrictions and discriminations are removed. We also intend to keep on working for the admission of Italy into the United Nations. If the Soviet Union keeps on vetoing Italy’s membership, other ways must be found to enable Italy to play a full and equal part in uploading the principles of the United Nations”. H. Truman, Address at the Dedication of Equestrian Statues, a Gift of the People of Italy, September 26, 1951, in Public Papers of the Presidents of the United States, Harry S. Truman, 1951, Washington, United States Government Printing Office, pp. 537 e ss.
474 Smarrimento DC per l’insuccesso di De Gasperi. Sdegno nel Paese per i nuovi impegni di guerra, l’Unità, 28 settembre 1951; Scioperi di protesta alla Pignone, L’Unità, 30 settembre 1951.
475 R. Quartararo, L’Italia e il Piano Marshall, pp. 713 e ss; ASMAE, L’Ambasciatore a Washington, Tarchiani, al Ministero degli Esteri, De Gasperi, R. segreto 10632, Washington, 4 ottobre 1951 (perv. il 7); Frus, 1951, vol. IV, United States Minutes of Italian Prime Minister De Gasperi’s Third Formal Meeting With the Secretary of State, Department of State,Washington, September 25, 1951, pp. 706-712, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1951v04p1/pg_706.
476 Frus, 1951, vol. IV, United States Minutes of Italian Prime Minister De Gasperi’s Meeting With President Truman, White House, 25 settembre, 1951, afternoon, secret, pp. 699-705, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1951v04p1/pg_699.
Letizia Marini, Resistenza antisovietica e guerra al comunismo in Italia. Il ruolo degli Stati Uniti. 1949-1974, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Macerata, 2020

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